L’intimità e i suoi volti. Dalle relazioni impossibili ai tradimenti di coppia


Sovente la motivazione apparente per cui una persona approda in uno studio di psicoterapia riguarda una “sofferenza amorosa”.
Attrazione fatale per le “porte chiuse”, per l’impossibilità; tradimenti reiterati; difficoltà a chiudere una relazione insoddisfacente; evasioni in interazioni virtuali ecc., costituiscono trame di sofferenza che coinvolgono trasversalmente uomini e donne, giovani e adulti.
La tendenza naturale è quella di attribuire all’esterno, all’altro il motivo della propria sofferenza, un altro che non cambia, che trasmette messaggi ambigui, che alimenta il proprio vissuto di frustrazione.
Per comprendere le radici della propria posizione e incidere un cambiamento è invece necessario stravolgere la prospettiva di osservazione e partire da se stessi e dalle motivazioni, spesso inconsce e antiche che non permettono la realizzazione di una relazione di coppia sufficientemente soddisfacente.
La possibilità di coinvolgersi in un legame affettivo continuativo è fortemente influenzata dal proprio livello di differenziazione, che si riflette tanto nella scelta del partner quanto nella qualità della futura relazione.
La differenziazione è “un processo che dura tutta la vita in cui l’individuo si impegna attivamente, e non senza ostacoli, nella ricerca di un equilibrio tra appartenenza e separazione(Bowen)”, in primis nella propria famiglia d’origine e successivamente nelle altre relazioni.
E’ un buon livello di differenziazione che permette di percepirsi come intero e non come metà.
L’attrazione per l’impossibilità, per le situazioni fallimentari in partenza spesso sottende un’incompleta separazione dalla propria famiglia d’origine, una posizione di dipendenza che non permette di investire affettivamente altrove.
Premessa per raggiungere l’intimità nella relazione di coppia è quindi l’aver raggiunto sul piano individuale la capacità di conoscersi, un buon contatto con se stessi, mantenendo una chiara percezione di sé, del proprio spazio e della propria distanza.
Una relazione intima si contraddistingue per la possibilità di realizzare scambi emotivi intensi e positivi, associati ad un benessere nel rapporto di coppia.
Ogni individuo possiede una propria “possibilità di intimità” che si manifesta nella capacità di mostrare le proprie parti nascoste e fragili, di esprimersi con autenticità.
Per nutrire l’intimità nella relazione è fondamentale che ciascun partner mantenga “un segreto, rimanendo per certi versi lontano, non trasparente”, delinei un confine, è la
possibilità di saper stare soli la premessa fondante per la durata di un legame realmente intimo (Recalcati).
Nel corso del tempo, nelle diverse fasi del ciclo vitale di una coppia l’intimità incontra sfide evolutive che richiedono una trasformazione e una crescita, se la prima fase è contraddistinta da “un’intimità a due, amore, romantico e appassionato” nella seconda fase con il passaggio da diade a triade, è necessario “un rapporto responsabile di intesa nell’allevare i figli” in cui i partner possano crescere insieme attraverso un terzo che a sua volta cresce attraverso loro (Andolfi).
L’intimità di coppia può essere facilmente tradita, lo spazio del Noi coniugale può attraversare una crisi per l’introduzione di un terzo, un figlio, la famiglia d’origine, il lavoro, che talvolta può manifestarsi nella conseguente ricerca del “consueto amante”.
Il tradimento all’interno della relazione può assumere anche la forma “dell’autoinganno”, come manifestazione di un tradimento verso se stessi basato su azioni intenzionali e consapevoli finalizzate ad ingannarsi sul piano della propria autenticità e la forma del “tradimento di coppia: essere insieme ciò che non si è”, innescando il circuito della protettività reciproca e rinunciando alla possibilità di un rapporto autentico (Andolfi).
Molte coppie trascorrono anni nel cercare di non rivelarsi l’un l’altra per come sono realmente spinti dal bisogno di mantenere l’illusione di una completa unità, contrastando la possibilità di una vera connessione, compromettendo anche la sessualità.
La relazione sessuale può infatti essere considerata la cartina tornasole di relazioni di coppia deteriorate.
La “sofferenza amorosa” apre quindi alla possibilità di un inedito contatto con se stessi, fondato sulla connessione con la propria storia di sviluppo, acquisendo una maggiore consapevolezza sui propri legami familiari verso la possibilità di un maggiore senso di se stessi che permette di riconoscere il diritto all’amor proprio come base indispensabile per incontrare un amore a due, sperimentando la differenza tra un’offuscante ricerca di dipendenza e un consapevole riconoscimento dei propri bisogni affettivi.

A cura della Dott.ssa Giulia Gregorini

Psicologa – Psicoterapeuta